Nuovo capitolo della saga di Harold Markle, il principe che divenne rana. Dopo l’intervista da Oprah Winfrey e la docuserie su Netflix, pure l’autobiografia su cui ha messo mano J.R. Moehringer, già ghost writer di Agassi.
Pop Culture
La docuserie Netflix su Harry e Meghan è imbarazzante ma è anche la dimostrazione di com’è facile manipolare oggi la coscienza collettiva usando leve come il femminismo e la questione razziale.
Ho scritto due buone parole sulla serie più vista del momento.
La mia recensione di Vatican Girl su Netflix.
Da vedere? Sì. Esaustiva? No.
Il mio spiegone sui blind items anche nella patria degli spiegoni.
Impossibile scrivere un coccodrillo vero quando c’è già The Crown. Per questo, nel mio piccolo ho voluto rendere omaggio alla più iconica donna di potere che abbiamo conosciuto, spiegando perché tengo statuette della regina sulla scrivania.
La mia analisi della campagna elettorale fino ad ora.
In sintesi: noiosa, imbarazzante e brutta da fare schifo.
Sui social, a fare la differenza stavolta saranno due cose: le shitstorm e TikTok.
C’è anche il grande ritorno di #graficobrutto che indica i candidati con più menzioni da inizio campagna. L’hype è per Giorgia Meloni, giornalmente protagonista di shitstorm: Meloni e le devianze, Meloni e il video dello stupro, vs venezuelani, vs Elodie, vs Ferragni e così via.
Si scopre inoltre che su TikTok il Pd è completamente assente. A digitare nella barra di ricerca “partito democratico” tra i primi video che vengono fuori: “10 motivi per non votare PD”, “Enrico è nipote di Gianni”, e una ragazza dai capelli viola che invita a non votare PD.
Attenzione a Conte: l’effetto Bimbe misteriosamente permane.
Le sere d’estate dei primi anni Duemila avevano il gusto del Bacardi Breezer, una specie di acqua gassata gusto lemon e orange, con un po’ di rum, che lasciava un leggero senso di stordimento, come dopo un giorno passato al mare, ma più sintetico. Bevanda ancora oggi ricordata negli uffici marketing come grande successo di creatività pubblicitaria e celebrata dagli stessi quarantenni che all’epoca neanche rientravano nella categoria 18-25 anni.
Meme, shitstorm, ironia, indignazione: sui social la crisi di governo è un trend come tutti gli altri, la sensazione più forte è la noia che si prova di fronte al già visto e già sentito.
StrangerThings4: insensatamente prolisso, lontano dall’essere iconico come la prima stagione, però un ottimo svuota-cervello e sblocca-ricordi.