Un’amichevole partita a scacchi tra me e Daniela Ranieri, nella dozzina del Premio Strega col suo bel romanzo “Stradario aggiornato di tutti i miei baci”.
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I numeri non dimostrano più niente, non significano più nulla, ciononostante sono una parte fondamentale nell’economia del sé e una parte integrante nello storytelling dei content creator.
I dati e le metriche servono solo a dare un “boost al drama”, soprattutto durante i dissing o le shitstorm.
Assurda, senza senso, caotica e bizzarra. Che ci fa una trasmissione del genere su Rai Uno?
Britney Spears, Carrie Bradshaw, Elisabetta Belloni, Maria Elisabetta Alberta Casellati e Lenù: cos’hanno in comune? Un destino BEFFARDO.
Le elezioni del Presidente della Repubblica vengono vissute dagli utenti sui social come la puntata di un reality o Sanremo o la nuova stagione dell’Amica Geniale? Le mie considerazioni su questi primi giorni di #Quirinale2022
Un po’ fenomeno social, un po’ seduta spiritica per evocare lo spirito degli anni 90. Questo piccolo culto praticato su Instagram e dedicato a Carolyn Bessette-Kennedy.
La lista delle 10 shitstorm più assurde del 2021. Da Renatino a Zerocalcare, passando per il pacco di pasta La Molisana fino a Imen Jane.
Direbbe Labranca: si ride del trash altrui, tacendo del proprio.
Un altro fenomeno social che smuove enormi masse di reach ed engagement. I trash account, con Trash Italiano come capostipite, sono i broker dell’influencer economy nonché un’enorme catena di montaggio di drammi social attiva 24/7 su tutte le piattaforme.
Cosa sono i Trigger?
Perché quello che “triggera” una bolla non ne “triggera” un’altra?
Cosa vogliono dire TW // e CW // all’inizio di un post?
Perché si scatena un’indignazione esagerata per una scritta sul retro di un pacco di pasta mentre per una news su un naufragio di migranti non si indigna nessuno? Perché i casi di cronaca di morti sul lavoro non suscitano la stessa mole di reazioni infuocate di Fedez al Concertone?
E se i linciaggi online fossero semplicemente un effetto collaterale degli algoritmi, non previsto da chi gestisce le piattaforme social?
Provo a dare una risposta a queste domande, teorizzando anche la formula delle indignazioni online.